Migranti: sindacati e associazioni, preoccupa sistema accoglienza

Cgil, Cisl, Uil, Caritas Italiana, Arci e Cnca hanno incontrato l’Anci mercoledì 11 settembre per una valutazione sul sistema nazionale di accoglienza dei migranti nel nostro Paese. A preoccupare sindacati e associazioni è il rischio di un ridimensionamento della qualità del sistema causato dalla crisi occupazionale che si è determinata nel settore dell’accoglienza.
Il rischio, da una stima effettuata dalle organizzazioni sindacali, è una contrazione complessiva di addetti al settore di circa 15mila – 18mila unità, confermata anche dalle organizzazioni più rappresentative nella gestione dei progetti di accoglienza. Diverse sono le procedure di licenziamento collettivo che già si sono concluse e altre se ne stanno aprendo.
Purtroppo, secondo le organizzazioni, il Fondo d’Integrazione Salariale (Fis) «non è sufficiente a mitigare le manovre di licenziamento collettivo già concluse né quelle prospettate, dati gli scarsi strumenti di tutela previsti per un settore non riconosciuto come merceologico. Il nuovo capitolato relativo al sistema dei centri di accoglienza straordinaria costituisce un ulteriore timore, rischiando di ridurre ulteriormente le figure degli operatori più specializzati, limitando i servizi di accoglienza e integrazione alle sole attività di guardiania e vigilanza».
Da ciò, rilevano, «risulterebbe compromesso il processo di inclusione, basilare per la coesione sociale, a cui si aggiunge il problema dei costi standard sottostimati – problematiche che nel complesso ricadono sul lavoro, sulle realtà di terzo settore e sul territorio».
Per questa ragione si è condivisa la necessità di un raccordo, intorno al tema del sistema d’accoglienza, tra i diversi soggetti, ognuno per la propria competenza e responsabilità, anche per favorire le interlocuzioni ai diversi livelli, con l’obiettivo comune di proseguire nell’affermazione di una qualificazione del sistema di accoglienza.
A tal fine, è auspicabile che possano ripartire i necessari, e non più rimandabili, tavoli di confronto ministeriali per affrontare nel merito le questioni sopra esposte.