Patto UE: più che una casa a tre piani, la solita fortezza

Sono almeno dieci anni che l’Unione Europea, per volontà dei governi, affronta il tema dell’immigrazione e del diritto d’asilo in maniera del tutto distorta e strumentale.
L’approccio dovrebbe essere volto a implementare regole e politiche giuste ed efficaci, basate sui principi che rappresentano il fondamento delle democrazie europee e della stessa UE.

Abbiamo al contrario assistito ad un progressivo peggioramento politico e legislativo motivato essenzialmente dalla paura di perdere le elezioni da parte delle forze democratiche (liberali, conservatori e socialisti) o dall’uso spregiudicato del razzismo per raccogliere consensi da parte delle destre xenofobe e populiste.

La proposta della Commissione presentata oggi, il Patto Europeo su Immigrazione e Asilo, ripropone lo stesso schema e nessuna novità, nonostante gli annunci e le dichiarazioni altisonanti: rafforzare i controlli ed esternalizzare le frontiere, investire sui rimpatri e promuovere accordi con i Paesi d’origine e transito che consentano di aumentarne i numeri, stabilizzare il metodo emergenziale confermando l’approccio securitario.

In pratica ancora una volta una guerra contro l’immigrazione che continua ad essere considerata, da Commissione e governi, un nemico dell’UE da cui difendersi, un pericolo contro il quale organizzarsi, anche a costo di cancellare i principi del diritto internazionale ed europeo e quelli delle costituzioni dei Paesi membri: una proposta che somiglia, più che ad una casa a tre piani, come ha dichiarato la Presidente Ursula von der Leyen, alla solita fortezza.

La previsione di 5 giorni per l’identificazione e di 12 settimane per chiudere la procedura è del tutto irrealistica e punta a ridurre ancora di più lo spazio del diritto d’asilo in UE. Considerando che, dall’inizio dell’anno, secondo Eurostat, sono circa 247mila le richieste d’asilo presentate nell’UE e 676mila nel 2019, l’Europa si conferma una delle aree geografiche del mondo meno investite dai flussi straordinari di persone in fuga dalle loro case (80 milioni nel 2019 secondo HCR), questo nuovo Patto conferma la scelta ideologica e cinica di impedire a poche migliaia di persone di chiedere asilo ai governi dell’UE, ottenendo l’accoglienza prevista nelle Direttive europee.
Con il rafforzamento del proibizionismo e dell’impossibilità di entrare legalmente e in sicurezza, oltre alla destra xenofoba, la Commissione e i governi continueranno a favorire i trafficanti, consegnando nelle loro mani chiunque decida di emigrare per cercare lavoro o protezione.
Per di più, siamo di fronte a una proposta in molte parti contraddittoria, a tratti addirittura in modo imbarazzante, che porterà a risultati opposti a quelli dichiarati.
Tutte le tensioni tra i governi e le contraddizioni delle politiche europee su immigrazione e asilo vengono scaricate sugli stranieri e sui loro diritti, sacrificati in nome di equilibri interni tutt’altro che raggiunti.
I sovranisti festeggiano perché le loro rappresentazioni strumentali vengono confermate ancora una volta dalla resa dei leader dei grandi Paesi: una vera débâcle. A questo punto, continuare a usare la parola solidarietà per comunicare questa ennesima vergognosa proposta è del tutto inopportuno: sarebbe più corretto parlare di cinismo ed egoismo.