Quando la comunità nasce dal coraggio di chi ci crede davvero

Un anno di ARCI Basilea

Il primo circolo ARCI in Svizzera compie un anno. E no, non è solo una ricorrenza da festeggiare: è la prova che certi semi, se piantati con convinzione, riescono a germogliare anche sul cemento.

Era il 2 novembre 2024 quando ARCI Basilea ha aperto ufficialmente le sue porte. Basilea, città di confini e di ponti, dove l’Italia non è poi così lontana, ma nemmeno abbastanza vicina da non sentirne la nostalgia. Quel giorno è nato qualcosa di più di un circolo: uno spazio in cui potersi riconoscere, ritrovarsi senza bisogno di spiegazioni e sentirsi, anche a chilometri da casa, finalmente a casa.

Non è stato un caso. Dietro questa nascita c’è la volontà di un gruppo di persone che ha scelto di non restare a guardare. Hanno osservato la realtà intorno a sé, hanno visto una comunità italiana e internazionale in cerca di punti di riferimento, di luoghi autentici, di spazi in cui non essere solo numeri o presenze occasionali. E hanno agito, con quella semplicità disarmante di chi sa che le cose o le fai accadere tu, o non accadranno mai.

In dodici mesi, ARCI Basilea ha dato vita a un percorso intenso. Non per vantarci, ma per necessità. Perché quando si nasce da zero, in un territorio nuovo, non c’è tempo da perdere: o si trova subito il ritmo giusto o si rischia di restare nel limbo delle buone intenzioni. E noi il ritmo l’abbiamo trovato, eccome.

Gli Archeers, gli aperitivi fissi una o due volte al mese, sono diventati un appuntamento imperdibile. Non il solito “ci vediamo per un drink”, ma momenti autentici in cui chi arriva solə non resta solə. Si parla, si condividono idee, si stringono amicizie che poi diventano progetti. È lì si capisce che ARCI non è un brand da sbandierare, ma un modo di stare insieme.

E poi le serate a tema, gli icontri sponatnei, i concerti, i Cineforum. Un calendario di iniziative che tiene viva l’attenzione e, soprattutto, l’entusiasmo. Perché sì, l’entusiasmo è fondamentale: senza di quello, anche il progetto più bello diventa routine.

Sarebbe comodo raccontare solo i successi, ma la verità è che costruire un circolo da zero, in un paese straniero, con un gruppo di volontari già impegnati nelle proprie vite, è stato tutto fuorché facile. È fatica, è sudore, è chiedersi ogni tanto se ne valga davvero la pena.

Trovare spazi, affrontare la burocrazia svizzera (che non scherza), costruire reti, farsi conoscere, coinvolgere persone nuove e convincere chi era scettico che no, non si trattava dell’ennesima iniziativa destinata a spegnersi dopo pochi mesi. Tutto questo ha richiesto energia, costanza e quella sana dose di incoscienza che serve a chi vuole cambiare le cose.

Ma è proprio nelle difficoltà che si misura il carattere di un progetto. ARCI Basilea ha dimostrato di averne da vendere. Ha mostrato che quando le persone si muovono spinte da valori autentici democrazia, uguaglianza, amicizia, solidarietà, e quella resistenza a ogni forma di oppressione che affonda le radici nell’antifascismo, gli ostacoli diventano solo tappe, non muri.

Se dovessimo scegliere il risultato più importante di questo primo anno, non sarebbero i numeri (che pure contano). Sarebbe la comunità che si è creata: quella rete di persone che oggi si riconoscono in ARCI Basilea, che partecipano, propongono e si mettono in gioco.

Ci sono gli italiani che vivono a Basilea da anni e hanno finalmente trovato un punto di riferimento autentico. Ci sono i giovani che arrivano per studio o lavoro e trovano un ambiente in cui non sentirsi spaesatə. E ci sono anche svizzeri e persone di altre nazionalità che hanno capito che ARCI Basilea è aperto a tuttə, perché l’inclusione non è uno slogan, ma un gesto concreto.

Questa è la vera forza: aver creato un luogo in cui la diversità non è un problema da gestire, ma una ricchezza da valorizzare. Dove puoi essere te stessə, con la tua storia, le tue radici e le tue domande. E dove trovi persone che ti accolgono non per dovere, ma per scelta.

Un ringraziamento speciale va a chi ha reso possibile tutto questo: volontari e volontarie, soci e socie, chi ha creduto in ARCI Basilea fin dal primo giorno e chi si è aggiunto strada facendo. Senza di voi, nulla di tutto questo sarebbe stato possibile.

Un anno è un traguardo, ma è anche solo l’inizio. ARCI Basilea non ha intenzione di fermarsi qui. I progetti per il futuro sono tanti, ambiziosi e stimolanti: dall’ampliamento delle attività culturali al rafforzamento delle collaborazioni con le realtà del territorio, fino alla creazione di nuovi format e all’approfondimento dei temi legati alla giustizia sociale e ai diritti.

Soprattutto, c’è la voglia di crescere come comunità: di raggiungere più persone, coinvolgere chi ancora non conosce ARCI e dimostrare che si può fare la differenza anche partendo da un gruppo di amici che ha avuto il coraggio di metterci la faccia.

La lezione che ARCI Basilea può trasmettere a tutta la rete è semplice: non servono condizioni perfette per iniziare. Non servono budget enormi, né il momento ideale. Serve un’idea chiara, valori solidi e la determinazione di trasformare le parole in azioni.

ARCI Basilea è la prova che il modello ARCI funziona, anche oltre i confini nazionali. Quei principi fondanti democrazia, uguaglianza, antifascismo, solidarietà restano universali, attuali e necessari. Ovunque ci siano persone che credono in questi valori, lì può nascere un circolo ARCI. E lì può fiorire una comunità.

Questo primo anno è stato solo l’antipasto. Il bello deve ancora venire. E se questa è la direzione, allora sì, possiamo davvero essere una forza di cambiamento positivo nella società.