Regolarizzazione: un primo passo

La conferma del provvedimento di emersione parziale del lavoro irregolare degli stranieri (e non solo) nel testo approvato dal CdM è una buona notizia, come lo è qualsiasi notizia che consenta anche solo ad una persona di uscire dalla condizione terribile di ricattabilità e sfruttamento nella quale oggi sono costrette migliaia di persone di origine straniera. Non è quello che ci saremmo aspettati. Come l’esperienza più che trentennale delle regolarizzazioni insegna (7 dal 1986 al 2012 per un totale di 1,8 milioni di persone regolarizzate) a cui periodicamente ricorrono i governi, in assenza di vie d’accesso legali per lavoro nel nostro Paese, ogni condizione, ogni ostacolo posto all’accesso al provvedimento, si trasforma in compravendita di documenti e prove volte ad ottenere un titolo di soggiorno. La retorica della legalità si trasforma immediatamente e concretamente nel suo contrario: corruzione e ricatti. Purtroppo tutte le condizioni emerse dalla mediazione nella maggioranza, oltre ad alimentare gli imbrogli e foraggiare gli imbroglioni, lasceranno fuori decine di migliaia di persone che un lavoro ce l’hanno.