Cultura: strumentale l’atto di indirizzo del ministro Sangiuliano. Cancella il criterio del dialogo interculturale per celebrare il senso di appartenenza alla nazione

Il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha recentemente firmato l’Atto di indirizzo per la promozione culturale nazionale e internazionale dellз giovani autricз che fissa le priorità di intervento di SIAE in relazione al sostegno dei “Creativi Under 35” attraverso l’utilizzo del 10% dei compensi per copia privata, ovvero il cosiddetto Bando “Per Chi Crea”, attivo fino al 2019 e poi sospeso per l’emergenza pandemica.

La modifica sostanziale rispetto all’atto firmato dal Ministro Franceschini nel 2022 che si evidenzia nel nuovo atto di indirizzo è relativa, tra i progetti “privilegiati”, alla cancellazione del criterio del “dialogo interculturale come ambito prioritario di intervento”, a favore di quello del rafforzamento tra lз giovani “del senso di appartenenza alla Nazione”.

Si manifesta chiaramente una lettura di fondo della cultura come strumento di  celebrazione di fantomatici valori identitari a scapito della possibilità di investire su percorsi di scambio e confronto tra immaginari culturali diversi, di produzione di opere che interroghino la complessità di una società trasformata rispetto probabilmente all’idea del Ministro. La cultura italiana nelle sue forme popolari e di ricerca si è sempre confrontata con linguaggi e avanguardie europee e mediterranee, partendo proprio dall’idea che l’arte dovesse essere il tentativo di costruire connessioni e non di celebrare sterilmente e retoricamente una Nazione.

Peraltro decine di giovani autori che potranno essere interessati a queste linee di  finanziamento sono italiani senza cittadinanza, sono figli e figlie di processi migratori che hanno innestato la società di estetiche, linguaggi e sguardi diversi, ne sono riprova le recenti produzioni musicali, cinematografiche, performative e multimediali.

L’Arci continuerà a promuovere cultura nei propri circoli e attraverso progetti e festival per sostenere il dialogo interculturale e offrire visioni complesse sulla società, per smontare retoriche identitarie o pregiudizi e curare la dimensione inclusiva e accogliente delle pratiche culturali.