Sciopero per il clima, quarto appuntamento dei Fridays for future

Coinvolti 157 paesi e in Italia 139 città

Torna in tutto il mondo lo Sciopero globale del clima di Fridays For Future, il movimento ispirato dalla giovane svedese Greta Thunberg. Quello di oggi, venerdì 29 novembre, è il quarto sciopero mondiale, dopo quelli del 15 marzo, del 24 maggio e della settimana dal 20 al 27 settembre. Il movimento in questi mesi è cresciuto, ha fatto conoscere agli adolescenti il tema del riscaldamento globale e lo ha imposto agli adulti: dai politici agli imprenditori, dal mondo dei media a quello dello spettacolo e della cultura. Un tema che si fatto protagonista nelle agende dei grandi della terra, tanto da essere inserito anche tra le priorità della nuova Commissione europea.

Una delle richieste del movimento Fridays For Future Italia è che si arrivi a zero emissioni entro il 2030. Il programma è riassunto in tre punti, le cui iniziali formano la parola FU.TU.RO.: “FUori dal fossile: raggiungimento dello 0 netto di emissioni a livello globale nel 2050 e in Italia nel 2030, per restare entro i +1,5 gradi di aumento medio globale della temperatura. TUtti uniti, nessuno escluso: la transizione energetica deve essere attuata su scala mondiale, utilizzando come faro il principio della giustizia climatica. ROmpiamo il silenzio, diamo voce alla scienza: questa riduzione delle emissioni è geofisicamente possibile”.

I Fridays for future hanno scritto una lettera aperta al movimento di protesta delle “Sardine” chiedendo loro di aderire allo sciopero, “convinti che gli obiettivi per cui entrambi lottiamo siano complementari e spesso coincidano”.

La data del 29 novembre è stata scelta per due ragioni. Primo perché lunedì 2 dicembre si apre a Madrid l’annuale conferenza sul clima dell’Onu, la Cop25. I Paesi del mondo devono cominciare a discutere di come aumentare il loro sforzo per la riduzione dei gas serra.

L’altro motivo è legato alla coincidenza con il Black Friday, la giornata degli sconti, che dagli Stati Uniti si è ormai diffusa in tutto il mondo. Il Black Friday – secondo il movimento ambientalista –  è il simbolo del consumismo, di uno sfruttamento fuori controllo delle risorse, che impoverisce il pianeta e contribuisce allo spreco e quindi all’inquinamento del pianeta.