Sgomberati i sudanesi da via Scorticabove a Roma

Il Comune di Roma commemora il 3 ottobre, Giornata della Memoria delle vittime dell’immigrazione, con lo sgombero dei sudanesi di via Scorticabove.

Questa mattina uno spropositato schieramento di forze dell’ordine ha rimosso il presidio che, dal 5 di luglio, il gruppo di rifugiati sfrattati dall’ex centro di accoglienza di via Scorticabove, avevano allestito. Ai giornalisti non è stato permesso di avvicinarsi al luogo in cui avveniva lo sgombero. Solo ieri sera i rifugiati avevano manifestato in solidarietà col sindaco di Riace, raccogliendo l’invito da lui fatto ad andare a visitare il paese.

Dopo lo sfratto di tre mesi fa, i rifugiati, insieme alle associazioni e singoli cittadini che li hanno sostenuti in questi mesi, hanno aperto un tavolo con il Comune di Roma e con il suo assessore ai servizi sociali, per costruire un progetto di coworking. Tale proposta nasce dall’esperienza di mutualismo e mutuo soccorso maturata in questi anni dal gruppo che nella palazzina legittimamente abitava  (palazzina che era stata data in gestione a una cooperativa poi indagata per Mafia Capitale e per la quale avevano quindi smesso di pagare l’affitto), esperienza che non voleva andasse dispersa. Gli incontri con l’assessore Baldassare dovevano infatti servire a far sì che si potesse mantenere viva questa esperienza, allargandola ad altri italiani e stranieri in un processo virtuoso ripetibile e trasmissibile. Ma nonostante un apparente apprezzamento, tutto questo non è servito a evitare che 120 persone titolari di protezione internazionale, lavoratori nel commercio, nelle campagne, nell’accoglienza fossero buttati prima in mezzo alla strada e da oggi in mezzo al nulla. Come Arci pensiamo che questo sia solo l’anticipo di quello che potrebbe avvenire nei prossimi mesi grazie al decreto Salvini su immigrazione e sicurezza. Centinaia di famiglie buttate per strada, migliaia di rifugiati e  rifugiate abbandonati all’emarginazione, privi di status giuridico e di diritti. L’attacco a cui in questi mesi stiamo assistendo a tutti coloro che praticano solidarietà e buona accoglienza è rappresentativo della direzione presa da questo Governo. Questa è la Roma che ci apprestiamo a vivere, una capitale dove grazie a queste prospettive e a quello che non si è costruito in questi anni in termini di politiche sociali e di sostegno ai vecchi e nuovi poveri della città, le mafie si sostituiranno allo Stato, mentre le piazze dello spaccio rischiano di divenire una potenziale soluzione ‘welfare’. Come Arci pensiamo che questa situazione sia insopportabile e le esplosioni di odio e intolleranza che si vedono quotidianamente ne sono la dimostrazione. Noi saremo sempre dalla parte dei più deboli, continueremo a seguire i ragazzi di Scorticabove e tutte le situazioni di emarginazione e povertà che ci troveremo di fronte nei prossimi anni. Faremo di tutto perché il decreto Salvini venga cancellato.

Saremo a Piazza Vittorio sabato alle 15:00 per ribadire insieme a tutte le associazioni, alle singole persone, ai migranti, che chiunque ha un problema di lavoro, di status giuridico, di razzismo, di casa, in questa città è uno di noi.