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Giornata dell'Associazionismo

Vanessa Pallucchi, Portavoce Forum Terzo Settore

«C’era bisogno di una giornata come questa dedicata alle aps, in un paese dove sono nate prima le comunità dello stato. un terzo settore che tiene insieme anime diverse che trovano una sintesi importante quando si parla di solidarietà, inclusione, partecipazione. noi prima siamo realtà e poi pensiero.

Si è parlato dell’orgoglio dell’associazionismo che è consapevolezza del nostro ruolo non per stare fermi ma per interrogarci su come agirlo. Una giornata per dirsi anche in che direzione andare. Si è parlato poco di politica che invece va ripresa per dialogo, vicinanza, tessuto sociale.

Sul ruolo dell’associazionismo e del terzo settore ho visto emergere tre elementi. Il primo elemento è che siamo un sensore della realtà, grazie alla prossimità con le comunità. Il secondo che siamo portatori di valori, a partire dalla solidarietà in una società dove vediamo crescere solitudine e individualismo. Il terzo elemento è che siamo esercizio della cittadinanza. Anche dopo le ultime elezioni, caratterizzate da un grande assenteismo, anche noi dobbiamo interrogarci su quello che non abbiamo fatto, capire quali sono le nuove frontiere dell’esercizio della cittadinanza su come si riportano i cittadini alla vita pubblica e civica.

Un costruire una cittadinanza che passa anche dalla vertenza e dalla difesa di dei diritti sociali, dell’ambiente, della pace».


Maria Teresa Bellucci, Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali


Tiziano Pesce, presidente UISP

«Mi fa piacere aver sentito dire che lo sport è terzo settore mentre fino a qualche tempo fa si sarebbe parlato di sport e terzo settore. lo sport è un giacimento di partecipazione e democrazia.

L’ingresso dello sport nella costituzione all’art. 33 è un risultato storico, un riconoscimento importante di cui si è parlato tanto e a cui la Uisp ha sempre lavorato. ora c’è da riempire di contenuti questo riconoscimento, per rilanciare la cultura sportiva e motoria che va oltre l’impegno fisico. parliamo di sport sociale, come diritto di cittadinanza, di partecipazione e inclusione. dobbiamo stare vicini alle associazioni sportive nel territorio ed arrivare ad una emancipazione dello sport sociale».


Bruno Molea, coordinatore Consulta Sport e benessere

«Lo sport è fondamentale, riesce a mettere insieme le persone ed è una calamità sociale. Non è solo attività fisica, è molto di più, svolge tanti ruoli che vanno oltre lo sport stesso: per esempio nelle zone più disagiate migliora le condizioni di vita. Lo sport è uno strumento attraverso il quale si possono coadiuvare diverse prassi politiche. È stato condotto uno studio dall’Università della Sapienza e dall’Università Bicocca che sostiene che per ogni euro investito nello sport di base, se ne traggono 2,4 di valore sociale».

 


Emiliano Manfredonia, presidente Acli

«Il terzo settore va promosso e tutelato. Ci sarebbe dovuta essere un’armonizzazione e semplificazione attraverso l’ultima riforma, ma ciò purtroppo non è avvenuto. Il terzo settore spesso è in grado di guardare più avanti nella società e intervenire dove la politica fatica ad arrivare, per esempio nella lotta contro le disuguaglianze.
La difficoltà contemporanea per i giovani di trovare un lavoro remunerativo è un problema che si riflette anche nel terzo settore. Infatti si fatica a trovare persone che si dedicano al volontariato perché i giovani non hanno tempo da dedicargli, servono quindi degli strumenti che semplifichino la vita delle persone, mentre la riforma ha complicato la vita alle associazioni. Anche il tema della fiscalità è cruciale: per esempio l’irap che il terzo settore paga più di aziende private come la Fiat. Per concludere è importante ricordare che lo Stato si costruisce attraverso la partecipazione: il volontariato è ciò che sollecita la società politica per fare dei passi avanti».


Antonio Di Matteo, Presidente MCL


Marina Montaldi, Tavolo tecnico legislativo del Forum Terzo Settore


Antonino La Spina, coordinatore consulta Cultura e turismo


Vincenzo De Bernardo, direttore Confcooperative Federsolidarietà


Nunzio Cirino Groccia, segreteria nazionale Legambiente

«La sfida è tenere insieme il benessere dei cittadini, delle comunità e dell’ambiente, cambiando le politiche industriali e non guardando solo al profitto. E’ un rapporto che si può tenere insieme, lo dimostrano molte esperienze, ma c’è bisogno da una parte di una forte spinta dei cittadini e dall’altra della consapevolezza del mondo industriale che il modello attuale non funziona più, non si può continuare così.

C’è bisogno di tenere insieme sostenibilità economica e sostenibilità sociale. Molte aziende e comunità già lo fanno e questi modelli andrebbero esportati. Ci si aspettava con la crisi delle fonti fossili, la guerra, avrebbero spinto i paesi verso nuove strade per l’approvvigionamento dell’energia ma non è accaduto. Questa distonia tra realtà e azione dei governi si ripercuote negativamente sui cittadini. Eppure le tecnologie ci sono, la sovranità energetica nel nostro paese è possibile, si può fare. Dobbiamo andare in questa direzione e il terzo settore ha ruolo fondamentale perché l’associazionismo è il microfono dei cittadini».


Eleonora Vanni, coordinatrice Consulta Imprese sociali/
«Nell’economia sociale è importante la programmazione, noi nella società abbiamo un ruolo politico alto e partecipare a percorsi programmatori nei quali possiamo portare l’esperienza di economia di prossimità e quindi la conoscenza diretta del bisogno, progettando in maniera adeguata e non dispersiva, investendo sulla cura, nel senso di cura dei cittadini, dall’ambito sanitario a quello culturale. La produzione economica non è finalizzata all’arricchimento dei soci, ma al reinvestimento e alla valorizzazione delle persone. Noi storicamente nell’ambito ampio del terzo settore abbiamo avuto difficoltà rispetto ad organizzazioni di tipo economico e lavoristico, bisogna far capire il valore sociale e il valore del lavoro dignitoso».

 


Linda Laura Sabbadini, già Direttrice dip. metodi e nuove tecnologie ISTAT

«C’è una crisi della partecipazione sociale nel nostro paese legata anche alla pandemia,  nel 2021 l’impatto si sentiva e la crisi di partecipazione sociale si combinava con una forte disuguaglianza sociale.
Ci sono 870 mila dipendenti nel terzo settore, mentre i volontari sono diminuiti del 5,7 %. Vi è una sproporzione territoriale: nel nord del paese si trova la maggioranza delle imprese no profit più grandi. Il  13,5% delle istituzioni no profit è orientata ad azioni contro il disagio. Il nostro paese non è riuscito ad investire sullo sviluppo delle reti sociali di aiuto che si sono fortemente logorate soprattutto perché non si sono creati altri network di supporto istituzionali. Non si è mai investito, se non in alcune zone limitate del paese, per creare un sostegno, facendoci rimettere le donne che sono le più precarie, gli anziani, i disabili, il territorio».

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Patrizia Toia, europarlamentare, vicepresidente Commissione Industria, ricerca ed energia del Parlamento europeo

«Adesso devono entrare in campo i governi, riuscire a cogliere questo momento positivo che l’Europa sta vivendo nei confronti del Terzo settore. È importante valorizzare l’associazionismo, l’Europa può fare di più. Finalmente dopo anni che si insiste su questi temi, le cose si sono mosse sia da parte del parlamento che ha approvato vari report, sia da parte della commissione che ha approvato un action plan ricco di piste di lavori concreti per rendere più forte i corpi intermedi nell’innovazione sociale e nella risposta ai bisogni. È in approvazione una raccomandazione del consiglio europeo che serve per dare spazio alla coprogettazione, utilizzo dei fondi del PNR per il terzo settore nella programmazione e nell’utilizzo dei fondi stessi. Il contributo al terzo settore è un contributo allo sviluppo economico e sociale. Il mondo dell’associazionismo e del terzo settore è fondamentale per le più ampie problematiche sociali e politiche, molto spesso arrivando sul campo prima delle istituzioni stesse: la cosa importante è che vi sia collaborazione tra terzo settore e istituzioni».


Alessandro Lombardi, Direttore DG Terzo Settore del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

«Oneri burocratici del codice terzo settore sono da leggere non in una prospettiva ristretta, ma come disposizioni per valorizzare la trasparenza e i valori dell’associazionismo.

Il confronto sull’attuazione delle disposizioni, sull’adeguamento delle associazioni al nuovo assetto normativo, è sempre stato all’insegna del dialogo sociale, a cui diamo grande importanza, in un clima di onestà intellettuale. Un esercizio laborioso e faticoso ma arricchente, un confronto costante di idee e anche di critiche.

Bisogna avere uno sguardo organico dell’intero sistema, senza paura del nuovo. Oggi è il tempo per una riflessione ragionata sull’attuazione del codice e di disponibilità al confronto per dare valore sociale al terzo settore».


Walter Massa, presidente Arci: c’è bisogno dell’associazionismo

«I valori di libertà, democrazia e partecipazione sono fondamentali non solo nel Terzo settore ma dovrebbero esserlo anche per la politica. Il nostro compito è dare un sistema al terzo settore, perché adesso ci sono le reti associative ed è nata una nuova fase dell’associazionismo. C’è bisogno di noi e c’è spazio per tutti.
In Europa siamo uno dei 111 soggetti del Forum Civico Europeo, stiamo assistendo a una restrizione dei diritti associativi e non c’è un cambiamento di rotta da parte della Commissione nel riconoscimento dei corpi intermedi. Le conseguenze sono che le associazioni che si battono per contrastare il cambiamento climatico e lottano per diritti civili finiscono in carcere anche in paesi come Francia e Germania. Stanno cambiando i ruoli anche delle persone all’interno dei nostri Circoli Arci: le associazioni diminuiscono perché ci stiamo trasformando in commercialisti e notai. “Valore Sociale” non è uno slogan: dovremmo immaginare  uno sciopero generale di tutto l’associazionismo; cosa succederebbe? Di fronte a un Terzo settore che cresce c’è un paese che socialmente non migliora, anche il welfare non migliora: il lavoro che noi svolgiamo ha a che fare con la politica, questa giornata deve segnare la fine di una ritrosia verso la politica».


Viviana Neri, coordinatrice Consulta Educazione  e istruzione: serve uno scarto di tipo culturale, formativo ed economico

«Pandemia, guerra e crisi ecologica per i giovani implicano scelte personali e scelte politiche: vivere il presente in una sovrapposizione in un cui non è chiaro il futuro ma è vissuto solo il presente crea complessità e disagio. Serve un sostegno che va al di là del presente, i giovani ci sono e si confrontano, c’è bisogno però di creare relazioni: politiche e collettive».


Domenico Pantaleo, presidente AUSER: c’è bisogno di un vero sostegno all’associazionismo.

«L’associazionismo può dare un contributo importante in un periodo di perdita di valori per affermare i diritti delle persone, sociali e civili. Per affermare solidarietà, rispondere alle solitudini, basta vedere cosa accaduto durante la pandemia, e alla regressione culturale con l’impegno collettivo, mettendo insieme le persone. C’è però bisogno di un sostegno vero, strutturale, all’associazionismo; sostegno che, al di là delle tante parole, manca».


Alessandro Serini dell’IREF presenta il X Rapporto sull’Associazionismo che in questa edizione approfondisce il tema della partecipazione giovanile e dell’attivismo nelle aree interne, con un focus specifico sull’autorganizzazione e la partecipazione in ambito culturale.


Andrea Casavecchia, Università Roma Tre


Inizia la Prima Giornata dell’Associazionismo: Giancarlo Moretti, coordinatore della Consulta APS del Forum Terzo Settore introduce i temi e i panel della giornata