Il terremoto che ha devastato Turchia e Siria, comprese ampie zone del Kurdistan occidentale, ha aggiunto nuovi lutti e disperazione in una popolazione martoriata da 12 anni di guerra.
Una tragedia che ad oggi conta già oltre 16 mila vittime, più del doppio delle 7.155 vittime civili in Ucraina dall’inizio del conflitto, stando ai dati del 30 gennaio scorso dalla Commissione dei diritti umani delle Nazioni Unite.
Gli edifici delle città siriane sono crollati come castelli di carta. Mentre ancora si estraggono i corpi dalle macerie una società civile coraggiosa e resiliente si adopera a prestare conforto e soccorso alla popolazione: gente ferita, scioccata, senza riferimento, perché le strutture sanitarie ed assistenziali sono distrutte. Le poche organizzazioni ancora attive ospitano bambini che hanno perso i parenti o che vengono affidati alle associazioni umanitarie da genitori che non si possono prendere cura di loro. Il freddo aumenta l’angoscia di aver perso tutto nei crolli e di non trovare cura, cibo, riparo e calore.
In questa situazione Arci ritiene che debba prevalere per tutti l’obbligo di alleviare la sofferenza delle persone e soprattutto delle fasce più vulnerabili della popolazione. Per questo sosteniamo l’iniziativa della Comunità di Sant’Egidio per la sospensione temporanea delle sanzioni alla Siria, per permettere ai soccorsi di giungere il più rapidamente possibile, in aiuto di comunità stremate dalla guerra e dal sisma e che necessitano di tutto: riparo, farmaci, cibo e vestiti per proteggersi dal freddo.
Chiediamo al Governo italiano, all’Unione Europea e alle istituzioni internazionali di dare immediata attuazione alla misura temporanea proposta dalla Comunità di Sant’Egidio, finalizzata esclusivamente alla protezione della popolazione civile e a permettere che le organizzazioni umanitarie raggiungano tutte le comunità colpite senza le difficoltà prodotte dalle sanzioni.
Una misura di umanità, perché ora è il momento dell’aiuto e della solidarietà. Una sospensione delle sanzioni che non toglie nulla alle gravi responsabilità di tutti gli attori siriani ed internazionali che in questi lunghissimi anni di guerra hanno trasformato la Siria in un campo di battaglia, e che non li assolve dal crimine di aver portato orrore, morte e distruzione nell’intero Paese costringendo milioni di persone all’esilio.