Il 10 luglio nell’ambito degli eventi per le Commemorazioni delle vittime del genocidio di Srebrenica, verrà presentato il progetto “Srebrenica 2.0”, finanziato dal MAECI – Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale. Si tratta di un partenariato tra il Memoriale di Srebrenica e una rete di associazioni italiane che da diversi anni hanno costruito relazioni con la Bosnia-Erzegovina e con Srebrenica in particolare: Arci Bolzano, Arci del Trentino, Arci Firenze, Associazione Buongiorno Bosnia di Venezia, Centro Pace di Cesena e Teatro Zappa Theater di Merano.

Si tratta di un percorso di memoria digitale, scaricabile per dispositivi mobili su Play Store e App Store, che si sviluppa in nove luoghi della storia significativi per comprendere lo svolgersi dei principali eventi che hanno portato al genocidio del luglio 1995 e nasce da una serie di osservazioni e rilevazioni sul campo.

Innanzitutto la necessità di trovare il sistema di riportare la memoria a Srebrenica, in quanto luogo della storia. Il luogo della memoria, ovvero il Memoriale di Srebrenica, si trova a Potočari, che dista alcuni chilometri dalla cittadina, mentre il luogo della storia – Srebrenica – non ha sostanzialmente nessun segno di memoria pubblica rispetto a tutto quello che è successo lì dall’inizio della guerra, dall’aprile del 1992 fino alla caduta del luglio 1995. Eppure Srebrenica è stata il luogo della storia dove si sono vissuti i destini di parecchie decine di migliaia di persone dal 1992 al 1995, fino al momento del genocidio, che avviene in altri luoghi rispetto all’area urbana di Srebrenica.

Questo è una conseguenza diretta del sostanziale mancato avvio di un dialogo e discussione pubblica e ognuna delle due comunità coinvolte nella guerra e nel genocidio ha consolidato delle sue pratiche memoriali pubbliche che non comunicano e sono in concorrenza. E non potrebbe essere altrimenti perché la situazione, a quasi trent’anni dal genocidio, è che siamo molto lontani dall’avvio di un dialogo e di una discussione pubblica rispetto alle memorie di guerra. Esistono narrative diverse per gruppo etno-nazionale, in conflitto tra loro. L’attuale amministrazione municipale serbo-bosniaca di Srebrenica, in linea di continuità con il discorso pubblico delle élite politiche serbo-bosniche al governo, è dichiaratamente negazionista rispetto al genocidio. Ed è evidente la volontà da parte dei serbo-bosniaci negazionsti di cancellare le tracce, i luoghi della storia e di risemantizzare, cambiandone il significato, luoghi fondamentali per comprendere quanto accaduto a Srebrenica fino al genocidio.

Altrettanto, durante i numerosi viaggi di conoscenza e formazione effettuati nell’ultimo decennio con giovani da tutta Italia, è emersa la necessità di avere dei supporti multimediali per mettere in condizione i partecipanti di ricostruirsi un background visuale-cognitivo per comprendere meglio le dinamiche e gli sviluppi della guerra e di come si è arrivati al genocidio del luglio 1995.

Inoltre abbiamo rilevato la difficoltà per i serbo-bosniaci, specialmente per le giovani generazioni, a causa delle pressioni sociali rispetto al negazionismo del genocidio, che costituisce il mainstream narrativo identitario-costitutivo del loro gruppo etno-nazionale, di entrare fisicamente al Memoriale di Srebrenica per conoscere la c.d. “storia dell’altro”, che non vuol dire essere costretti a cambiare la propria opinione, ma almeno prendere atto che esiste un’altra versione rispetto a quella del tuo gruppo etno-nazionale e quindi forse aggiungere complessità alla lettura di quanto realmente accaduto durante la guerra. Una app per telefono cellulare potrebbe facilitare la fruizione in maniera privata, fuori dal controllo e dallo stigma di gruppo, della “storia dell’altro”, e contribuire a implementare la discussione pubblica sulla/e memoria/e di guerra, che altrimenti rimangono blindate nei compartimenti stagni delle narrative in conflitto.

Il progetto “Srebrenica 2.0” – che è stato realizzato nella cornice del partenariato tra il Memoriale di Srebrenica e Arci (nazionale), da YooMee Augmented Reality Solution Provider di Bologna – verrà implementato l’anno prossimo con possibilità di accesso ad altri contenuti archivistico-documentali del Memoriale di Srebrenica.