Tutti a scuola. Riapriamo un diritto

Arci aderisce alla manifestazione nazionale di sabato 5 dicembre di Priorità alla Scuola, A natale regala la scuola, per affrontare e superare l’emergenza, non solo sanitaria, legata al Covid investendo in diritti e servizi pubblici essenziali come la scuola e la sanità.
Arci si è sempre battuta per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, troppo spesso dimenticati, e per una scuola pubblica, per tutti e di qualità.
E’ la strada per contrastare le disuguaglianze, in un paese dove la provenienza economico-sociale e geografica rimane ancora determinante per la progressione dell’istruzione dei singoli. Disuguaglianze che si riflettono poi sul mercato del lavoro. E anche se le ragazze tendono ad avere un maggior successo scolastico trovano lavoro con più difficoltà dei ragazzi, e con stipendi decisamente più bassi.
Senza dimenticare la questione dei Neet, i ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono impegnati neanche nella formazione: in Italia sono oltre il 20%, due milioni. Un triste primato nell’Ue.
Sono questi i motivi che ci fanno credere da molto tempo che la scuola sia una priorità. Anche oggi, consapevoli dei rischi legati alla pandemia e dell’importanza della tutela della salute individuale e collettiva, crediamo che nonostante i molti problemi la scuola dovrebbe essere una priorità. E far tornare in classe gli studenti, in particolare quelli delle scuole superiori, in presenza e in sicurezza. Non sembra stia accadendo questo. Anzi, abbiamo assistito ad un dibattito sulla “incompatibilità” in questa fase tra diritto alla scuola e diritto alla salute. Mentre altri paesi europei, anche loro colpiti dai contagi da Covid-19 come e più dell’Italia, hanno garantito la didattica in presenza.
Per questo aderiamo  alla manifestazione nazionale di sabato 5 dicembre e all’appello  per “ridare davvero priorità alla scuola, alla cultura, allo sport, al lavoro, all’associazionismo, perché significa valorizzare e quindi restituire ai cittadini prestigio, credibilità, autorevolezza, dignità, responsabilità e fiducia”.