Chiediamo risposte sulla situazione delle 32 persone salvate da Sea-Watch 3 e trasferite all’hotspot di Messina

Lettera aperta di Asgi, Arci, ActionAid e IndieWatch

Pubblichiamo la lettera aperta inviata da ASGI, Arci, ActionAid e IndieWatch al Ministero dell’Interno e alla Prefettura e Questura di Messina per avere contezza della situazione delle 32 persone salvate dalla nave Sea Watch 3 lo scorso gennaio e trasferite all’Hotspot di Messina dopo 12 giorni in cui era stato loro impedito di sbarcare.

Mediterranea ha incontrato ciascuna di loro quando erano ancora a bordo, mentre lavorava insieme ad Asgi per tutelare i loro diritti anche attraverso un ricorso d’urgenza alla Corte europea dei diritti umani.

E’ stata ribadita più volte l’illegalità, oltre che la disumanità, delle negoziazioni tra governi sulla redistribuzione dei naufraghi fatte mentre le persone sono ancora trattenute a bordo delle navi che le hanno salvate.

Esprimiamo oggi la nostra preoccupazione per la sorte di questi 32 uomini unendoci alla richiesta di rendere immediatamente pubbliche le procedure cui sono sottoposti, affinché i loro diritti possano essere effettivamente tutelati.

Molte delle persone salvate da Sea Watch a dicembre del 2018 e fatte sbarcare a Malta dopo un’altra odissea durata 19 giorni, sono ancora trattenute nei centri di detenzione maltesi. Tra loro quelle che l’Italia aveva assunto l’impegno di trasferire nel nostro paese.

Questi accordi intergovernativi privi di qualunque base normativa sono usati sempre più come strumenti di propaganda e ricatto tra Paesi.

A farne le spese sono le vite delle persone e la certezza del diritto e dei diritti.