La Federazione Italiana Sommelier di Firenze per ‘I drink You drive’

La Fisar (Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori), fondata nel 1972 in Toscana con all’attivo 12mila soci e oltre 65 delegazioni, ha tra i suoi scopi fondativi il «bere (e mangiare) bene».

E nel «bere bene» rientrano non solo gli aspetti gusto-olfattivi del vino, ma anche la valorizzazione e il rispetto dei territori e il bere responsabilmente.

Secondo recenti studi scientifici chi consuma in forma intelligente e moderata il vino ha un tasso di mortalità più basso di quelli che si astengono o bevono in eccesso, ed è testimonianza di molti il fatto che «da quando ho frequentato il corso da sommelier bevo meno e meglio».

I corsi mirano non solo alla conoscenza teorica di tantissimi aspetti dell’enologia e della gastronomia dei territori, ma anche ad acquisire una nuova metodologia di approccio al vino (con delle puntate anche nel mondo della birra e dei distillati di qualità) che porti a diventare consumatori più consapevoli e attenti.

I futuri sommelier vengono ‘anche’ educati a non eccedere nel consumo di alcool o a condividere i mezzi di trasporto quando si partecipa alle degustazioni.

Per questi motivi la Delegazione Fisar di Firenze ha aderito al progetto I drink you drive nella convinzione che la conoscenza del vino e del suo mondo aiuti le persone ad approcciarsi alle bevande alcoliche, soprattutto i giovani, con la consapevolezza dei rischi che si corrono col loro abuso, e con la mentalità che il bere bene è sicuramente più di soddisfazione del bere tanto.

Gli incontri svolti nei circoli rivolti ai soci Arci si sono concentrati sia sugli aspetti organolettici del vino e delle principali bevande alcoliche, sia sulla presa d’atto che anche la scelta di cosa bere può avere dei benefici per sé stessi e per la collettività: non solo quindi i rischi che si corrono quando «si esagera», ma anche come privilegiare magari un buon bicchiere di vino, invece che bere solo per «lo sballo», scegliendo magari i vini di piccoli produttori attenti all’ambiente, o comunque usando le conoscenze acquisite come occasione di sviluppo di una cultura del proprio territorio.

I drink you drive quindi, o meglio nel nostro caso i drink consciously you drive!