Terra, solchi di verità e giustizia

XXIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie

Lo stesso rituale. Da ventitrè anni. Un rituale necessario. La lettura, scandita, di nomi di uomini, donne e bambini.

Ricordare i nomi delle vittime delle mafie è il modo per rendere chiaro ed esplicito a tutti quanta sofferenza e quanta morte portino le organizzazioni criminali. In contemporanea, in tante piazze d’Italia, d’Europa e del mondo, il 21 marzo si celebrerà la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Una giornata che nel nostro Paese è stata istituzionalizzata dal Parlamento, ma che si sta diffondendo proprio perché la pervasività delle mafie sta aumentando in tutto il mondo.

La ventitreesima edizione della Giornata della memoria e dell’impegno quest’anno avrà come piazza principale Foggia, in Puglia. Nel foggiano, nel 2017, ci sono state 17 vittime della violenza della Sacra Corona Unita. Un numero enorme in una terra in cui la percezione del fenomeno sembra essere ancora troppo bassa. E proprio in questi territori è importante tracciare un segno chiaro e indelebile per trasmettere il valore di una memoria che deve diventare sempre più impegno. E per stare al fianco di tutti quei soggetti, delle istituzioni e delle associazioni che non si arrendono e reagiscono.

Ancora una volta, poi, siamo chiamati ad una riflessione che guardi oltre i nostri confini. In Paesi come il Messico intere aree sono sotto il totale controllo delle organizzazioni criminali che lo mantengono con migliaia di assassinii e con la corruzione gli organi di polizia. L’esempio plastico, che ha colpito l’opinione pubblica italiana, è quello della scomparsa di tre nostri connazionali. In Slovacchia il giovane giornalista Jan Kuciak e la sua fidanzata Martina Kusnirova sono stati uccisi per le inchieste di Kuciak sugli affari e sui legami con gli uomini della ‘ndrangheta in quel Paese. Reti criminali sempre più transazionali. A Malta l’omicidio di Daphne Caruana Galizia. Pochi minuti prima di morire aveva pubblicato l’ultimo post sul suo blog: «Ci sono criminali ovunque, la situazione è disperata».

Gli esempi che potremmo fare sono tanti, troppi, e sono la dimostrazione che parliamo di una battaglia che non può conoscere soluzioni di continuità.

Il tema della lotta alla corruzione e alle mafie diventa sempre più globale. Troppi sono gli intrecci che si stanno rafforzando, troppi gli interessi che stanno crescendo.

Il 21 marzo sarà ancora una volta il giorno per ricordare e per rinnovare l’impegno di lotta a tutte le mafie.

Lo faremo a Foggia come in tutte le piazze del Paese. Non basta, ma è fondamentale per chiamare alle proprie responsabilità chi oggi pensa che le priorità siano altre. Per ribadire il ruolo di una società civile che deve partecipare, denunciare, stimolare chi è chiamato a intervenire e soprattutto sostenere chi è in campo per evitare di aggiungere altri nomi a un elenco già troppo lungo. L’Arci c’è e continuerà a esserci senza se e senza ma.